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L’urgente necessità di promuovere la ricerca sull’invecchiamento

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L’urgente necessità di promuovere la ricerca sull’invecchiamento e sulle malattie legate all’età per migliorare la salute e la longevità della popolazione anziana.

http://www.aginganddisease.org/EN/10.14336/AD.2014.1210

Sintesi:

L’invecchiamento della popolazione globale, il conseguente aumento delle malattie non trasmissibili legate all’età e il loro peso economico, rendono decisamente urgente promuovere la ricerca sull’invecchiamento e sulle malattie ad esso legate per rendere più sana e produttiva la vita della popolazione anziana. Per centrare questo obiettivo, proponiamo le seguenti politiche:

  1. incrementare i finanziamenti per ricerca e sviluppo che abbiano come scopo specifico quello di rallentare e limitare il processo degenerativo dell’invecchiamento e di estendere la durata della vita sana e produttiva della popolazione;
  2. fornire a organizzazioni commerciali, accademiche, pubbliche e governative una serie di incentivi volti a favorire l’impegno in queste aree di ricerca e sviluppo;
  3. costituire e sviluppare strutture di coordinamento e consultazione, nonché programmi e istituzioni coinvolti nella ricerca legata all’invecchiamento, nello sviluppo e nella formazione accademica, industriale, di agenzie di politiche pubbliche, a livello sia dei governi nazionali sia delle organizzazioni sovranazionali.

La sfida che ci pone una società che invecchia e potenziali soluzioni

Nei dei decenni passati, l’aspettativa di vita media è aumentata globalmente, raggiungendo una media mondiale di circa 70 anni nel 2014 (6 anni in più del 1990) e circa 80 nei paesi sviluppati (paragonati ai 50 anni nei paesi sviluppati nei primi anni del XX secolo). Questo sviluppo è stato raggiunto specialmente grazie ai miglioramenti nei servizi sanitari, agli avanzamenti della medicina, a un miglioramento degli standard di vita e al declino della mortalità infantile. Oggi, mentre possiamo trovare aspettative di vita più lunghe nei paesi “sviluppati”, il più veloce e grande aumento si è registrato nei paesi in via di sviluppo. Considerando la demografia della popolazione mondiale, tra il 2000 e il 2050 la proporzione di persone oltre i 60 anni raddoppierà dal 11% circa al 22%, che, in termini assoluti, significa un aumento della popolazione da 605 milioni a 2 miliardi [1–3].

Sebbene l’aspettativa di vita crescente generalmente riflette uno sviluppo umano positivo, nuove sfide stanno sorgendo. Esse si riconducono al fatto che invecchiare è ancora intrinsecamente associato alla degenerazione biologica e cognitiva, anche se la gravità e la velocità del declino cognitivo, della fragilità fisica e dell’indebolimento psicologico può variare tra individui.

Tuttavia, i processi degenerativi dell’invecchiamento sono la principale causa alla base delle malattie non trasmissibili, compresi cancro, ischemia cardiaca, infarto, diabete del tipo 2, morbo di Alzheimer e altre. Il deteriorarsi della salute mentale a causa di malattie neurodegenerative croniche rappresenta la più grande causa d’invalidità al mondo, responsabile per oltre il 20% di anni vissuti con disabilità. Dunque, maggiori sforzi devono esser diretti verso il loro alleviamento. Secondo la “Bozza del Dodicesimo Programma Generale di Lavoro” (13 aprile 2013) dell’Organizzazione della Salute Mondiale (World Health Organization=WHO), una delle priorità della leadership del WHO è “Affrontare la sfida delle malattie non trasmissibili” [4], e affrontare l’invecchiamento si adatta a questa definizione ed è perfino necessario per centrare questo obiettivo prioritario.

L’invecchiamento aumenta anche il rischio di morbilità e mortalità e mortalità provocate da malattie infettive come polmonite e influenza. Per di più, la suscettibilità ad infortuni e traumi (come cadute e commozioni), a causa del peggioramento dell’equilibrio e dello stato mentale, e persino cadere vittima di violenza, sono fortemente aumentati dal processo di invecchiamento. Inoltre, i processi d’invecchiamento esasperano e rinforzano gli effetti di altri fattori di rischio di malattie non trasmissibili (l’uso di tabacco, una dieta insalubre, l’inattività fisica, e l’uso dannoso di alcool). Insomma, il calo di salute legato all’invecchiamento è la causa principale di mortalità e malattia in tutto il mondo e dovrebbe essere affrontata considerando la gravità del problema. A causa di questi effetti gravi e negativi, l’invecchiamento è già considerato come una delle più grandi sfide economiche e sociali che la maggior parte dei paesi — in particolare nel mondo industrializzato — affronterà nei prossimi decenni.
Parecchi report provenienti da governi nazionali, organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite e l’WHO, così come da compagnie di assicurazione, organizzazioni che si occupano del welfare e organizzazioni non governative, hanno fatto riferimento alle sfide socio-economica e legate alla salute delle società che invecchiano [5–9]. Queste includono:

  1. Incremento dei costi per l’assistenza sanitaria e dello stress finanziario per i sistemi di assicurazione sociale, dovuto all’aumento della probabilità di soffrire di malattie legate all’invecchiamento.
  2. La demenza è spesso definita assai problematica perché richiede cure aggiuntive intensive, imponendo un pesante fardello sui parenti che lavorano o esigendo costi supplementari significativi per fornire cure professionali.
  3. La forza lavoro attiva è già in declino, in particolare nei paesi industrializzati. Anche se le persone volessero essere parte della forza lavoro per un tempo più lungo, potrebbero non esserne capaci, a causa del declino cognitivo e fisico.
  4. Un numero crescente di pensionati ha bisogno di essere finanziato, mentre un numero più grande di lavoratori necessità di fornire servizi di cura che devono rimanere a prezzi accessibili.
  5. Ci sono preoccupazioni considerevoli sulla qualità di vita e lo stato di salute degli anziani a causa delle malattie legate all’invecchiamento, alla degenerazione biologica e all’aumentato del rischio di cadere vittime di gravi condizioni croniche e mortali.
  6. Un declino generale nella qualità di vita esclude molti anziani da un pieno coinvolgimento sociale, culturale e intellettuale.

La sfida che ci pone una società che invecchia è stata largamente riconosciuta e numerosi programmi di ricerca e sviluppo in giro per il mondo sono stati iniziati per contrastare le malattie legate all’età, come la Campagna per Prevenire il Morbo di Alzheimer e/o il programma di Prevenzione del Diabete promosso dall’OMS, così come per sviluppare tecnologie di cura come robot di assistenza, sensori di caduta e tecnologie di assistenza in ambiente domestico o per creare abitazioni e infrastrutture più accessibili per gli anziani.

Sebbene tali investimenti siano lodevoli e comprensibili, data l’urgenza del problema, tutti rappresentano soluzioni solo limitate e piuttosto specifiche. In particolare, tecnologie di assistenza, cambiamenti infrastrutturali o miglioramenti delle cure infermieristiche ed enti di cura palliativa, non risolvono assolutamente l’effettivo problema della degenerazione biologica associata al processo di invecchiamento. La ricerca medica e gli sforzi di sviluppo attualmente sono focalizzati principalmente su singole malattie, come il morbo di Alzheimer, le malattie cardiovascolari, l’osteoporosi, il diabete, il cancro, ecc… I processi di invecchiamento degenerativi che ne stanno alla base, che determinano l’insorgenza di queste malattie, sono spesso sottostimati.

Mentre il processo d’invecchiamento degenerativo, che comporta l’accumulo di danni strutturali, e il danneggiamento del funzionamento e dell’equilibrio metabolico, è un processo debilitante che richiede prevenzione e trattamento. La conquista di una longevità sana, caratterizzata dalla manutenzione dell’abilità funzionale e della robustezza, è la sua cura.

Alcuni effetti dei processi degenerati dell’invecchiamento possono essere modificati da fattori sociali ed economici, così come dallo stile di vita (dieta, esercizio, ecc…), ma solo in una dimensione modesta. Dunque, c’è bisogno di promuovere la ricerca sulla biologia dell’invecchiamento e sulle malattie legate all’invecchiamento per migliorare la salute degli anziani in modo più decisivo.

Nuove direzioni in ricerca e sviluppo richiedono un approccio più olistico per attaccare i processi degenerativi e gli effetti biologici negativi dell’invecchiamento umano, dedicandosi alle diverse cause fondamentali dell’invecchiamento e delle malattie legate all’invecchiamento subito e in modo interconnesso. Per esempio, in occasione del summit della Geroscienza tenuto nel 2013 dagli Istituti Nazionali della Salute statunitensi, sono state identificate le seguenti aree di ricerca prioritarie: Adattamento allo Stress, Epigenetica, Infiammazioni, Danno Macromolecolare, Metabolismo, Proteostasi e Cellule Staminali/Rigenerazione [10,11], ma ci sono parecchi altri esempi di approcci simili, che danno priorità alla ricerca sulla serie principali di processi dell’invecchiamento [12–17]. Invece di puntare a singole malattie legate all’invecchiamento, i meccanismi del processo stesso di invecchiamento vengono analizzati con lo scopo di trovare strade per intervenire e prevenire.

Tali approcci sono molto promettenti, per i motivi seguenti:

  1. Sono già supportati dalla realizzazione parziale di progetti che ne dimostrano la fattibilità scientifica, comportando l’evidente allungamento della durata della vita in salute in animali campione e le emergenti possibilità tecnologiche di intervenire in processi dell’invecchiamento fondamentali [12,18–23].
  2. Possono fornire soluzioni a diverse malattie non trasmissibili, malattie legate all’età, perché tali malattie sono fortemente determinate da processi degenerativi dell’invecchiamento (come infiammazioni croniche, crosslinkage di macromolecole, mutazioni somatiche, perdita delle popolazioni di cellule staminali e altre) [24–28].
    Per di più, probabilmente diminuiranno la suscettibilità degli anziani anche a malattie trasmissibili grazie a miglioramenti del sistema immunitario [29].
  3. I risultati innovativi e applicati di tale ricerca e sviluppo condurranno a soluzioni sostenibili per a grande varietà di sfide mediche e sociali legate all’invecchiamento, che potrebbero essere applicabili su scala globale.
  4. Tale ricerca e sviluppo dovrebbe essere supportata su basi etiche, per fornire assistenza sanitaria ugualmente ad anziani e giovani.

Perciò è il dovere sociale, in particolare di professionisti in biologia, medicina, assistenza sanitaria, economia e di organizzazioni socio-politiche raccomandare fortemente investimenti più grandi in ricerca e sviluppo che hanno a che fare con la comprensione di meccanismi associati al processo biologico dell’invecchiamento e che traducono queste conoscenze in trattamenti e tecnologie applicate sicuri, accessibili e universalmente disponibili.

Così ci potrebbero essere grandi benefici per la società, l’economia e la nostra qualità di vita generale tali da rendere prioritari e accelerare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione nel campo, cioè nella:

  1. Medicina rigenerativa — inclusi lo sviluppo di tecnologie legate alle cellule staminali e ai loro prodotti, della rigenerazione di organi e tessuti in vivo ed ex vivo; della morte cellulare controllata, dell’immuno-eliminazione di cellule senescenti o tumorali.
  2. Ingegneria dei tessuti — coltivazione e assemblaggio di una
    vasta gamma di organi e tessuti di scorta, vascolari e non vascolari, usando metodi come la stampa 3D dei tessuti, le impalcature biodegradabili, i bioreattori o l’auto-organizzazione.
  3. Regolazione dell’omeostasi del corpo intero, compresi i regolatori del ritmo circadiano, i bioregolatori neuroumorali e molecolari.
  4. Sostanze di Geroprotettive — ad esempio trattamenti anti-glicemici, statine, anticoagulanti, antiossidanti, per modulare gli ormoni e i mitocondri antiinfiammatori, probiotici e bioregolatori.
  5. Disintossicazione al livello cellulare e molecolare — ad esempio chelanti, enterosorbenti, AGE-breakers, odepolimerizzazione ossido-riduttiva, immuno-clearance, clearance enzimatica, eccetera.
  6. Integrazione dietetica — stabilire il fabbisogno di nutrienti di una dieta per anziani e per l’intero corso della vita, da soddisfare ad esempio con integratori vitaminici, di microelementi, elementi ad alto tasso energetico.
  7. Terapia genetica e modulazione genetica — ad esempio ingegneria genetica sicura, stimolazione epigenetica e farmacologica dei “Geni della Longevità” (ad esempio. Sirtuine e FOXO), attenuazione dei “Fattori di Acceleranti di di Decadimento”, manipolazione di vie genetiche promotrici di longevità (ad esempio la via mTOR), stimolazione dell’attività dei telomeri, interferenza del RNA, sequenziamento e screening genetico ed epigenetico della longevità.
  8. Nanomedicina — ad esempio nanoparticelle per la somministrazione di farmaci, prototipi emergenti di micro — e nano — dispositivi volti all’immunità artificiale e alla fornitura di ossigeno, potenziali dispositivi per la riparazione macromolecolare dei tessuti.
  9. Sostituzione di organi con corrispettivi artificiali, interfacce e stimolazione elettrofisiologiche — ad esempio protesi di arti e organi funzionali, neuro-protesi, interfacce avanzate cervello-computer, stimolazione elettrofisiologica di funzioni neurologice e muscolari danneggiate.
  10. Quantified self — automonitoraggio completo e diagnosi personalizzata di vitalità e di condizioni legate all’invecchiamento, calcolo di regimi per una nutrizione bilanciata e sana e per un’attività fisica sufficiente per gli anziani.
  11. Data mining — analitica di gradi moli di dati relativi alla salute, scoperta di interventi potenzialmente efficaci, modelli formali e quantitativi, oltre che visivamente accessibili e interattivi dei processi dell’invecchiamento, delle malattie e degli interventi anti-aging.
  12. Crioconservazione e chemioconservazione — vantaggiose per il trapianto di tessuti o di organi e per una più profonda comprensione della fisiologia dell’invecchiamento.

Affrontare i processi debilitanti legati all’invecchiamento attraverso tali mezzi biomedicali dovrebbe diventare un nuovo potente approccio e standard medico per la prevenzione di malattie non trasmissibili, che colpiscono per lo più in età avanzata. Lo scopo della medicina preventiva per gli anziani, con l’uso di tecnologie biomedicali avanzate, è preservare la salute di un individuo che invecchia, così da prevenire il declino funzionale.

I governi dovrebbero garantire la creazione e l’implementazione delle politiche seguenti per promuovere la ricerca sulla biologia dell’invecchiamento e delle malattie legate all’invecchiamento, per migliorare la salute della popolazione anziana globale:

Finanziamenti:

Assicurare un aumento significativo dei finanziamenti governativi e non governativi per la ricerche dirette alla prevenzione dei processi degenerativi dell’invecchiamento, e delle malattie croniche non trasmissibili associate e delle disabilità, e per l’estensione della vita sana e produttiva, durante l’intero corso della vita.

Nello specifico:

  1. Dedicare una percentuale designata del budget dei ministeri rilevanti, come i ministeri della sanità e/o scienza, in particolare nelle divisioni riguardanti la ricerca e il trattamento di malattie croniche non trasmissibili.
  2. Dedicare una percentuale specifica dei profitti della farmacologia commerciale, delle compagnie di biotecnologie e tecnologie medicali a tale ricerca e sviluppo.
  3. Creare programmi di finanziamenti alle ricerche rilevanti su base competitiva così come in base agli obiettivi.
  4. Raddoppiare i finanziamento per tale ricerca ogni 5 anni per i prossimi 20 anni.

Incentivi:

Sviluppare e adottare strutture legali e regolatrici che diano incentivi per la ricerca e lo sviluppo designate specificamente per sviluppo, registrazione, amministrazione e accessibilità di farmaci, tecnologie medicali e altre terapie che faranno progressi riguardo ai processi dell’invecchiamento e le malattie associate, estendendo la vita in salute.

Nello specifico:

  1. Sviluppare criteri per l’efficacia e la sicurezza di
    terapie geroprotettive.
  2. Facilitare i test in silico e sugli animali, e i test, eticamente sicuri, di queste terapie su umani.
  3. Fornire e assicurare terapie geroprotettive nello stato di adiuvanti e terapie di estensione della vita.
  4. Fornire un percorso di approvazione abbreviato per terapie con prove di efficacia di alto livello in trial preclinici e clinici, così come in casi di condizioni degenerative avanzate e apparentemente incurabili.
  5. Garantire riconoscimento, status e benefici speciali a entità commerciali e pubbliche impegnate in tale ricerca e sviluppo.

Istituzioni:

Istituire ed espandere strutture di coordinamento e consultazione nazionali ed internazionale, programmi e istituzioni per guidare la promozione della ricerca, dello sviluppo e della formazione sulla biologia dell’invecchiamento, delle malattie associate, e dello lo sviluppo di linee guida cliniche per modulare i processi dell’invecchiamento e delle malattie associate e per estendere la durata della vita sana e produttiva della popolazione.

Nello specifico:

  1. Instaurare specializzazioni e corsi di Biogerontologia come parte comune di un curriculum universitario.
  2. Sviluppare e disseminare regimi geroprotettivi, basati sulle migliori prove disponibili, come parte di autorevoli raccomandazioni di salute.
  3. Fondare centri cooperativi di eccellenza per gli studi fondamentali, traslazionali e applicati, accanto a centri per l’analisi strategica, la previsione, la formazione e lo sviluppo di politiche riguardanti la ricerca sull’invecchiamento e sulla longevità, presso istituti accademici e varie agenzie governative e sovragovernative.

Queste misure sono progettate per ridurre il fardello del processo di invecchiamento sull’economia, e per alleviare le sofferenza degli anziani e il dolore dei loro cari. Dal lato positivo, se verrà garantito supporto sufficiente, queste misure possono allungare l’aspettativa di vita sana per gli anziani, estendere il loro periodo di produttività e la loro interazione con la società, migliorando il loro appagamento, la loro sensazione di avere uno scopo, di uguaglianza e la loro valutazione della vita.

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Scritto da:

4 Esponenti del comitato esecutivo della società internazionale sull’invecchiamento e la malattia (International Society on Aging and Disease (ISOAD), Fort Worth, TX76137, USA http://isoad.org/ ,ISOAD@ISOAD.org ):

Prof. Kunlin Jin. Department of Pharmacology and Neuroscience, University of North Texas, Health Science Center. Fort Worth, Texas, USA. ISOAD Chair

Email: kunlin.jin@unthsc.edu

Prof. James W. Simpkins. Center for Basic and Translational Stroke Research, West Virginia University. Morgantown, West Virginia, USA. ISOAD President

Email: jwsimpkins@hsc.wvu.edu

Prof. Xunming Ji. Department of Neurosurgery, Xuanwu Hospital, Capital Medical University. Beijing, China. ISOAD Vice Chair

Email: jixunming@vip.163.com

Dr.ssa Miriam Leis. Fraunhofer Society for the Advancement of Applied Research. Munich, Germany. ISOAD Policy Advisor

Email: miriam.leis@zv.fraunhofer.de

Dr. Ilia Stambler. Department of Science, Technology and Society, Bar Ilan University. Ramat Gan, Israel. ISOAD Outreach Coordinator

Email: ilia.stambler@gmail.com

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Riferimenti

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